Cytisus nigricans

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Citiso scuro
Cytisus nigricans
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Fabidi
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
SottofamigliaFaboideae
TribùGenisteae
GenereCytisus
SpecieC. nigricans
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
GenereCytisus
SpecieC. nigricans
Nomenclatura binomiale
Cytisus nigricans
L.
Sinonimi

Calophaca nigricans
(L.) B.Fedtsch., 1905
Cytisus virgatus
Salisb., 330 (1796
Genista nigricans
(L.) Scheele, 1843
Laburnum nigricans
(L.) J.Presl, 1830
Lembotropis nigricans
(L.) Griseb., 1843

Nomi comuni

Citiso annerente

Il citiso scuro (Cytisus nigricans L.) è un arbusto di medie proporzioni con racemi di fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Fabacee.[1]

Etimologia

Il portamento

L'epiteto specifico (nigricans) fa riferimento alla particolarità che tutta la pianta annerisce a fioritura finita.
La prima pubblicazione scientifica di questo fiore (con la denominazione di Cytisus nigricans) è dovuta a Linneo, il padre della moderna classificazione scientifica, in una pubblicazione del 1753.
Gli inglesi chiamano questa pianta : Black Broom; i tedeschi la chiamano Schwarzwerdender Geißlee; mentre i francesi la chiamano Cytise noircissant.

Descrizione

La superficie della pianta si presenta con dei fitti peli minuti e semplici. Il ciclo biologico è perenne, mentre la forma biologica è del tipo nano-fanerofita (NP), quindi sono piante legnose con gemme svernanti poste tra i 30 cm e i 60 cm (massimo 1 metro) dal suolo. Tutta la pianta si annerisce con la dissecazione (le foglie e i fiori).

Radici

La radice è del tipo nodoso e non molto profonda.

Fusto

Il fusto è legnoso con i rami eretti finemente striati a sezione cilindrica. Il colore dei giovani fusti è bianco-argentino, mentre in seguito si abbruniscono presentando dei fitti peli appressati. In genere la corteccia appare continua e lucida.

Foglie

Le foglie
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni" (loc. Pian Cansiglio), Tambre d'Alpago (BL), quota 1000 m s.l.m. - 5/7/2007

Le foglie sono a portamento più o meno pendente (a disposizione alterna lungo il fusto) e trifogliate a tre segmenti (o lobi o foglioline) di forma lanceolata (3 volte più lunghi che larghi) con apice acuto. La pagina superiore dei lobi è percorsa da nervi che però non raggiungono il margine del lobo stesso. Il margine delle foglie è intero, sono inoltre picciolate e il colore è verde scuro. La pagina superiore è glabra, mentre quella inferiore è villosa-argentina. Le foglie sono caduche. Dimensione del picciolo : 10 – 13 mm; dimensione dei due lobi laterali : larghezza 6 mm, lunghezza 18 – 20 mm; dimensione del lobo centrale : larghezza 7 mm, lunghezza 20 – 24 mm;

Infiorescenza

L'infiorescenza è del tipo a racemo eretto terminale afillo con fiori gialli privi di brattee e odorosi. I fiori sono disposti in modo patente e sono peduncolati (con peli appressati anche questi). Nel suo insieme la forma dell'infiorescenza è vagamente piramidale. Lunghezza dell'infiorescenza : 10 – 15 cm; lunghezza del peduncolo  : 4 – 8 mm.

Fiori

I fiori
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni" (loc. Pian Cansiglio), Tambre d'Alpago (BL), quota 1000 m s.l.m. - 5/7/2007

I fiori sono ermafroditi, pentameri, zigomorfi, eteroclamidati (calice e corolla ben differenziati) e diplostemoni (gli stami sono il doppio dei petali).

K (5), C 3+(2), A (10), G 1 (supero)
  • Calice: il calice è del tipo campanulato (o conico) lungo quanto largo e gamosepalo e termina con 5 denti acuti (il calice è bilabiato in quanto i 5 denti sono raggruppati in due denti superiori brevi e tre inferiori più lunghi). Dei peli appressati sono presenti anche sul calice. Dimensione del calice : 2 mm.
  • Corolla: la corolla, (a 5 petali) e glabra, è del tipo papilionaceo dialipetalo: ossia abbiamo un petalo centrale più sviluppato degli altri e ripiegato all'indietro (= vessillo); i due petali intermedi (= ali) sono liberi e in posizione laterale; mentre gli altri due rimanenti, inferiori, (= carena) sono concresciuti e inclusi nelle ali. Tutti i petali sono ugualmente più o meno lunghi. Nell'infiorescenza il vessillo è più sviluppato nei fiori inferiori. Dimensione della corolla : 8–10 mm.
  • Androceo: gli stami sono 10 connati (saldati in un fascio unico = monadelfi).
  • Gineceo: lo stilo è unico e ricurvo su un ovario supero formato da un carpello uniloculare. Lo stigma è apicale.
  • Fioritura : la fioritura avviene da giugno a agosto.
  • Impollinazione: tramite insetti ma soprattutto api.

Frutti

Il frutto è un legume glabro appiattito (e arcuato alle estremità) di tipo deiscente e senza tubercoli ghiandolari ma con fitti peli appressati. I semi (giallastri e scuri) di forma lenticolare, alla base presentano una appendice callosa. Dimensione del legume : larghezza 0,5 mm, lunghezza 2 – 3 cm.

Distribuzione e habitat

  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro europeo – Pontico; questo areale può essere allargato fino alle zone sub-siberiane.
  • Distribuzione : in Italia questa pianta è diffusa soprattutto al nord (esclusa la Pianura Padana). Sull'arco alpino è presente in tutte le province. In Europa è presente nelle zone dei Balcani, delle Alpi Dinariche e nel Caucaso (fino in Russia).
  • Habitat: l'habitat preferito di questa specie sono le brughiere e i boschi cedui (soprattutto presso i margini); ma anche le morene, ghiaioni e pietraie, oppure cespuglieti, pinete, gineprai e querceti sub-mediterranei. Il substrato preferito è lievemente siliceo (ma va bene anche calcareo) con pH neutro e bassi valori nutrizionali con terreno secco.
  • Distribuzione altitudinale : queste piante si trovano dal piano fino a 1400 m s.l.m.; sono quindi frequentatrici dei piani collinari e montani.

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale :

Formazione : comunità forestali
Classe : Quercetea robori-sessiliflorae

Tassonomia

Cytisus nigricans appartiene alla tribù delle Genisteae caratterizzata dall'avere tutti e 10 gli stami monadelfi.

Variabilità

Sono note le seguenti sottospecie[1]:

  • Cytisus nigricans subsp. nigricans : nei rami giovanili la pelosità è più appressata e l'infiorescenza si presenta allungata e con molto fiori (sono gli individui più diffusi).
  • Cytisus nigricans subsp. atratus (Schur) Nyman : i peli dei giovani rami sono patenti, mentre l'infiorescenza ha dei racemi più brevi e con pochi fiori.

Specie simili

Essendo questo genere (e altri come il Chamaecytisus) derivati tutti dal genere iniziale Cytisus, molte sono le specie, appartenenti anche a generi diversi, che a prima vista possono essere scambiate fra di loro. Alcune specie di Chamaecytisus (specialmente quelle a corolla gialla) sono molto simili al Citiso scuro. Un buon elemento di differenziazione è comunque il calice che nel genere Chamaecytisus è tubuloso (il corpo è più lungo dei denti terminali), mentre nella specie di questa scheda è più corto e a forma campanulata.

Note

  1. ^ a b (EN) Cytisus nigricans, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 maggio 2023.

Bibliografia

  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 840.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 629, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 818.

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Flora Europaea - Royal Botanic Garden Edinburgh, su 193.62.154.38. URL consultato il 05-01-2009.
  • Flora delle Alpi Marittime, su floramarittime.it. URL consultato il 05-01-2009.
  • Flora Italiana, su luirig.altervista.org. URL consultato il 05-01-2009.
  • GRIN Taxonomy for Plants, su ars-grin.gov. URL consultato il 05-01-2009 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2009).
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