Trasferimento alla Sternfeld

Un trasferimento alla Sternfeld in cui R' > R (blu-rossa)

In astronautica e in ingegneria aerospaziale, il trasferimento alla Sternfeld[1] ideato nel 1934 è una manovra orbitale biellittica (sfrutta due ellissi di trasferimento) a 3 impulsi, impiegata per passare da un'orbita circolare iniziale di raggio r i {\displaystyle r_{i}} ad un'orbita circolare finale di raggio r f {\displaystyle r_{f}} . Sebbene il tempo di trasferimento dall'orbita di raggio r i {\displaystyle r_{i}} all'orbita di raggio r f {\displaystyle r_{f}} sia maggiore rispetto ad un trasferimento alla Hohmann, 2 impulsi, risulta più conveniente in termini di Δv se il rapporto tra r f {\displaystyle r_{f}} ed r i {\displaystyle r_{i}} è maggiore di 11,94. orbita complanare => solamente 2 impulsi.

Caratteristiche

  • La manovra biellittica bitangente è una manovra biellittica in quanto il trasferimento si effettua attraverso due semiellissi: la prima semiellisse di semiasse minore a 1 {\displaystyle a_{1}} collega la circonferenza di raggio r i {\displaystyle r_{i}} alla circonferenza di supporto di raggio r s u p p {\displaystyle r_{supp}} , mentre la seconda semiellisse di semiasse maggiore a 2 {\displaystyle a_{2}} collega la circonferenza di supporto all'orbita circolare finale r f {\displaystyle r_{f}} ;
  • La manovra viene chiamata bitangente in quanto ogni ellisse di trasferimento è tangente a due circonferenze: la prima ellisse è tangente alla circolare iniziale e alla circolare di supporto, mentre la seconda ellisse è tangente a quest'ultima ed alla circolare finale:
  • Le coniche sono tutte confocali e complanari al pianeta attrattore, anche se uno dei vantaggi di questo tipo di trasferimento è la possibilità di fare un cambio di piano orbitale nell'apoapside della prima ellisse; in questo modo si riduce il Delta-v necessario al cambio di piano, che dipende dalla distanza dal corpo centrale.

Calcolo del trasferimento

Utilizzando l'equazione di Conservazione dell'energia orbitale specifica

v 2 = μ ( 2 r 1 a ) {\displaystyle v^{2}=\mu \left({\frac {2}{r}}-{\frac {1}{a}}\right)}

dove

  • v {\displaystyle v} è il modulo della velocità nel punto considerato;
  • μ   {\displaystyle \mu \ } è la costante gravitazionale planetaria dell'attrattore;
  • r {\displaystyle r} è il modulo della distanza dall'attrattore;
  • a {\displaystyle a} è il semiasse maggiore della conica;

è possibile determinare le varie velocità nei punti di manovra; il Delta-v sarà uguale alla somma delle differenze di velocità ( Δ υ {\displaystyle \Delta \upsilon } ) che nei 3 istanti considerati dovranno essere impressi dalla sonda per il cambio di orbita.

Il primo Δ v {\displaystyle \Delta v} è fornito per passare dall'orbita di raggio r i {\displaystyle r_{i}} all'orbita ellittica di semiasse a 1 {\displaystyle a_{1}} :

Δ v A = 2 μ r i μ a 1 μ r i {\displaystyle \Delta v_{A}={\sqrt {{\frac {2\mu }{r_{i}}}-{\frac {\mu }{a_{1}}}}}-{\sqrt {\frac {\mu }{r_{i}}}}}

Il secondo Δ v {\displaystyle \Delta v} è fornito per passare dalla prima ellisse di trasferimento alla seconda ellisse di trasferimento, di semiasse a 2 {\displaystyle a_{2}} . Si noti che nel punto di applicazione di questo secondo Delta-v la distanza dall'attrattore è pari a r s u p p {\displaystyle r_{supp}} , molto maggiore dei raggi finale e iniziale. Questo punto è l'apoapside della prima orbita di trasferimento.

Δ v B = 2 μ r s u p p μ a 2 2 μ r s u p p μ a 1 {\displaystyle \Delta v_{B}={\sqrt {{\frac {2\mu }{r_{supp}}}-{\frac {\mu }{a_{2}}}}}-{\sqrt {{\frac {2\mu }{r_{supp}}}-{\frac {\mu }{a_{1}}}}}}

Il terzo Δ v {\displaystyle \Delta v} è fornito per circolarizzare l'orbita sulla circonferenza finale di raggio r f {\displaystyle r_{f}} . La variazione impulsiva di velocità è applicata nel periapside della seconda ellisse di trasferimento.

Δ v C = μ r f 2 μ r f μ a 2 {\displaystyle \Delta v_{C}={\sqrt {\frac {\mu }{r_{f}}}}-{\sqrt {{\frac {2\mu }{r_{f}}}-{\frac {\mu }{a_{2}}}}}}

Si ricorda che i due semiassi delle ellissi valgono

a 1 = r i + r s u p p 2 {\displaystyle a_{1}={\frac {r_{i}+r_{supp}}{2}}}
a 2 = r f + r s u p p 2 {\displaystyle a_{2}={\frac {r_{f}+r_{supp}}{2}}}

Il costo totale della manovra risulta Δ v t o t   = Δ v A   + Δ v B   + Δ v C   {\displaystyle \|\Delta v_{tot}\|\ =\|\Delta v_{A}\|\ +\|\Delta v_{B}\|\ +\|\Delta v_{C}\|\ }

Tempo di volo

Uno svantaggio è sicuramente il tempo di volo, che risulta molto maggiore di un trasferimento diretto tra r i {\displaystyle r_{i}} ed r f {\displaystyle r_{f}} utilizzando un trasferimento alla Hohmann. Infatti il tempo di trasferimento con una manovra biellittica bitangente vale

t t r = π a 1 3 / μ + π a 2 3 / μ {\displaystyle t_{tr}=\pi {\sqrt {a_{1}^{3}/\mu }}+\pi {\sqrt {a_{2}^{3}/\mu }}}

mentre nel caso alla Hohmann risulterebbe

t H = π a 3 / μ {\displaystyle t_{H}=\pi {\sqrt {a^{3}/\mu }}}

con

a = r i + r f 2 {\displaystyle a={\frac {r_{i}+r_{f}}{2}}}

Vantaggi rispetto al trasferimento alla Hohmann

Un primo vantaggio è il minore delta-v necessario se il parametro

b = r f r i > 11 , 94 {\displaystyle b={\frac {r_{f}}{r_{i}}}>11{,}94} .

Il valore in questione è ottenuto normalizzando i vari Δ v {\displaystyle \Delta v} rispetto alla velocità sulla prima circolare ed eguagliando i Δ v {\displaystyle \Delta v} totali nei due casi di trasferimento.

Un ulteriore vantaggio è la convenienza a effettuare i dispendiosi cambi di piano orbitale lontano dall'attrattore, ad esempio al secondo impulso della manovra.

Note

  1. ^ Sternfeld A., Sur les trajectoires permettant d'approcher d'un corps attractif central à partir d'une orbite keplérienne donnée. - Comptes rendus de l'Académie des sciences (Paris), vol. 198, pp. 711 - 713.
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